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1001374_624999557534103_1403277225_nIo a a Genova nel 2001 non c’ero, troppo giovane all’epoca. Ma ho sempre avuto l’abitudine di parlare con chi c’era, ne ho conosciuti diversi in giro con Indymedia quando ero ragazzino e poi in generale tra le centinaia di compagni e compagne che ho conosciuto. Ho sempre avuto anche l’abitudine di recuperare tutto quello che, scritto in merito, mi capitava tra le mani, compresi i libri delle guardie. Una miriade di comunicati, di articoli, opuscoli, di video visti, di documenti legali.

E un’idea me la sono formata. Ed è un’idea piuttosto netta.

Io ci tengo a ribadire ancora una volta che non mi interessa costruire una “memoria condivisa” per “ricucire un trauma” su Genova01, non mi interessa farlo con il ministero dell’interno o chi per esso e non mi interessa neanche farlo all’interno del movimento.
Su come è andata a finire Genova, su Giuliani morto in piazza Alimonda, sui pestati della Diaz e di Bolzaneto, sulla gente massacrata per strada, ci sono delle precise responsabilità interne al movimento oltre che a quelle dello stato italiano: i responsabili sono i dirigenti dell’area disobbediente o tute bianche o come cazzo vogliamo chiamarli che prima hanno dichiarato guerra a destra e a manca in conferenza stampa e poi non hanno allestito uno straccio di Sd’O per garantire la tenuta delle piazze di cui erano responsabili, i colossali imbecilli che pensavano che bastasse un accordo orale con il vicequestore di turno per spostare tutto sul piano simbolico. Eh, no, poveri piciu, il simbolico vi è tornato indietro in forma materiale di manganelli, tonfa, caroselli con i blindati, con tanti di birri che sparavano dai finestrini, e il Tuscania che prende e vi demolisce la testa del corteo catafottendosene dei vostri accordi, agendo per altro al di fuori degli ordini della catena di comando. A dimostrozione di che cosa sia realmente lo stato liberale di diritto in cui nei fatti credete.
A cadavere caldo partivate con le dissociazioni da quello che definivate un tossico che rovinava la vostra bella immagine. Per cinque minuti, però, che poi qualcuno tra di voi particolarmente furbo si è ricordato di qualche giovanile lettura sull’importanza dei miti, e allora via con lo sciacallaggio, con la costruzione della figura del Martire.
E allora via con l’individuazione del famigerato e oramai mitico blocco nero come i cattivi di turno, che si contrapponeva con voi che eravate tanto bravi. E che la polizia aveva usato la scusa del blocco nero per massacrare tutti. Un corno: lo stato è sovrano, non ha bisogno di scuse. Gli ordini ministeriali erano chiari: bastonare e se possibile cercare il morto, stralciare qualsiasi accordo prima preso sul fare scontri teatrali.
Poi via tutti quanti a tentare di usare quella gigantesca sconfitta per i movimenti sociali che è stata Genova01 per tentare di accaparrarsi qualche poltrona: agnoletto in parlamento europeo, casarini a fare il portaborse per un governo di centro sx, l’altro coso in parlamento a fare avanspettacolo piantando semi di cannabis nelle fioriere di Montecitorio. Grande vittoria, grande vittoria, non vi è che dire. I movimenti sociali bloccati per anni a fare i conti con lo sberlone che si sono presi in cambio di qualche consigliere comunale, un portaborse, un parlamentare e un europarlametnare.
E dopo 10 anni vi vidi pure sfilare a Genova, con il vostro, adesso ex, leader Casarini che faceva supercazzole politiche dall’alto di un furgone, rivendicandosi questo e quello per poi andare a fare il difensore della piccola imprenditoria. Ridotti ai vecchi e nuovi quadri con al seguito qualche ragazzino, intesi da voi come stagionali dei movimenti, dopo le purghe interne, i pestaggi, gli episodi delle 40 tessere in 40 minuti, la campagna elettorale per prodi con il candidato arcobaleno, una cretina che riusciva a fare persino brutta figura davanti a Bertinotti, al punto che dovevate simulare guasti audio per non fargli finire di controbattere alla vostra candidata durante il dibattito a Bologna, la malora che avete fatto alla MayDay di Milano nel 2006, prendendone pure un sacco e una sporta, e che ha fatto si che diventaste l’area politica più odiata da tutti quelli che vi stavano intorno. Adesso, dopo le ennesime spaccature interne, i sindacatini farlocchi che subito firmano gli accordi sulla rappresentanza, i cs trasformati in locali alternativi, i franchising di biomerda, preparate le ennesime campagne elettorali.
Ecco: voi siete miei compagni manco per la beata anima del cazzo, con voi non si costruisce una memoria collettiva.

E dopo 15 anni qua sto ancora qua ad incazzarmi ogni volta che rivedo quei video, ogni volta che leggo il commento di qualche fasciodimmerda o di qualche altra specie di coso ignorante, ogni volta che assisto al gioco al recupero su di un cadavere.

Informazioni su lorcon

Mediattivista, laureato in storia contemporanea con attitudine geek, nasce nel sabaudo capoluogo (cosa che rivendica spesso e volentieri) e vive tra Torino e la bassa emiliana. Spesso si diletta con la macchina fotografica, lavora come tecnico IT, scrive sul suo blog e su Umanità Nova.
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