Il gioco al recupero del M5S – L’inganno che avanza

Il seguente articolo verrà pubblicato su Umanità Nova numero 39 anno 92. Dato che però con dei grillini ci sto polemizzando in questo momento lo pubblico qua prima.

Da anni Beppe Grillo mette in vendita il “Calendario dei Santi Laici”, ovvero un calendario che ricorda tutti coloro che a giudizio di Grillo & Casaleggio meritano di essere assunti nell’olimpo del grillismo. Vediamo i santi di quest’anno: Antonio Fava/Vincenzo Garolfalo, carabinieri, Renato Barborini/Luigi D’Andrea, polizia di Stato, Edoardo Massari, anarchico, Vittime della strage del Moby Prince, cittadini, Aldo Moro, politico, Antonio Santoro, polizia penitenziaria, Michele Barillaro, giudice, Paolo Giaccone, medico legale, Mauro Rostagno, giornalista, Aldo Bianzino, cittadino, Lea Garolfalo, collaboratrice di giustizia, Vittorio Padovani/Sergio Bazzega, polizia di Stato. Un calendario che presenta un frullato di nomi, vicende, situazioni ed esperienze spesso antitetiche tra di loro. Un calendario che va a riproporre l’idea centrale del Grillo-pensiero: la distruzione di qualsiasi categoria ideologica, ovvero delle categorie fondamentali per poter interpretare in modo coerente (anche se incompleto) la realtà, per andare allegramente verso il nulla basandosi su supposte differenze morali tra il feroce membro della casta e il bravo cittadino-attivista del Movimento Cinque Stelle. Basta una lettura superficiale dell’elenco per capire quanto sia confusionaria e antistorica questa visione: cosa possono centrare tra di loro degli agenti di polizia, dei carabinieri e un secondino con un anarchico morto in carcere di “suicidio di stato” non è dato a sapersi. Come non è dato sapersi cosa possa centrare Aldo Moro, responsabile di decenni di politiche fatte sulle spalle della popolazione, con chi, come le vittime della Moby Prince, per i giochi politici dei vari governi morì. Il calendario di Grillo strizza l’occhio a quel cittadinismo confusionario in voga da qualche anno, quel cittadinismo che chiede il rispetto della legalità senza rendersi conto di come la legalità sia funzionale alla dominazione di classe, quel cittadinismo che non è razzista ma che “siamo in crisi, non possiamo permettere ad altri immigrati di venire qua”, quel cittadinismo moraleggiante che puzza di ipocrisia e di coscienze lavate. Un’ideologia che rifiuta di essere tale ed è per questo pericolosamente mimetica ma anche escludente verso chi non è ritenuto portatore dei valori morali necessari per fare parte dei “bravi cittadini attivi”. Perchè oramai si è arrivati al punto che la principale contraddizione verte sulla moralità dei governanti e non sullo sfruttamento e il dominio di classe, razza e genere. Tutto spazzato via, bollato come vecchie teorie stantie, incompatibili con la nuova moralità che avanza. Sembra un ragionamento da puritani del New England che si riempiono la bocca sull’interpretazione delle scritture in senso egualitario ma che mettono lettere scarlatte sulle adultere e sterminano indigeni per edificare la Nuova Gerusalemme. Si guardino bene coloro che da sinistra, anche tra gli anarchici, vedono con simpatia il Movimento Cinque Stelle, si guardino bene da questo inganno su scala nazionale fatto di dilettanti allo sbaraglio, autonominati capi assoluti, di ridicole “parlamentarie” via web senza controlli e certificazioni, in spregio alla trasparenza tanto evocata. Costoro sono l’ancora di salvezza della classe dominante, quelli che attuano un’operazione di recupero del dissenso per incanalarlo sui percorsi del parlamentarismo. È inutile che sbraitino di essere puri, onesti e fieri adducendo come motivazione della loro purezza l’attacco messo in atto dalla gigantesca macchina di propaganda di de Benedetti. I giochi delle tre carte sono vecchi quanto il mondo e non si può cercare di dimostrare la bontà del proprio progetto politico basandosi sugli attacchi dei propri presunti avversari. La bontà del proprio progetto la si dimostra mettendolo in pratica e aggregando persone, risorse e idee, non con gli urli isterici e il seguir ciecamente il capo. Il giustizialismo dei grillini, di cui si possono avere buoni esempi andando a vedere i commenti del blog di Grillo, è totalmente antitetico con un qualsiasi progetto libertario, così come lo è il loro correre per le parlamentari. Non ci si stupisca però che Edoardo “Baleno” Massari sia stato inserito tra i santi laici! Non è una novità che chi tende al recupero delle istanze sociali giochi ad arruolare nelle sua iconografia persone che probabilmente non avrebbero gradito avere a che fare con loro quando questo arruolare può drenare i consensi. Non ci si stupisca, dunque, se per guadagnare consensi tra i No Tav gli sciacalli della dirigenza grillina inseriscono un anarchico ammazzato dallo stato nel loro pantheon. D’altra parte già la maschera di V, entrata nell’arsenale iconografico grillino, è stata scippata ad un fumetto il cui messaggio è profondamente anarchico. Ricordiamoci che non è la prima volta che succede una cosa simile: chi è che scippò il nome “Fascio” ai movimenti popolari e il colore nero agli anarchici? Ma basta leggere la presentazione dello stesso calendario scritta da Grillo per capire quali sono le sue radici:

[…] È di moda, oggi, da parte di alcuni politici e di alcune Istituzioni parlare di cessione di parte della nostra sovranità nazionale come se fosse una panacea, una soluzione ai mali dell’Italia, dimenticando che la sovranità l’abbiamo già perduta molti anni fa insieme alla guerra. Quella sovranità che dovremmo recuperare per far luce sulla nostra storia recente e rendere giustizia ai Santi Laici.”

I grassetti sono nel testo originale [1]. I problemi vengono ridotti ad una questione di sovranità nazionale operando una semplificazione che cancella totalmente la realtà fatta di tanti sfruttatori di diverso calibro con il bollino tricolore che operano in sinergia con altri sfruttatori con il bollino d’altro colore. Ma non solo viene affermata questa bestialità, da cui ne deriva che essere sfruttati è bello purchè lo si sia in nome della propria bandiera, ma ci si spinge anche oltre: la sovranità è stata perduta insieme alla guerra. La logica conseguenza di questa affermazione è che prima della guerra l’Italia avesse una sovranità nazionale. È forse ignorante il signor Grillo in merito al fatto che l’Italia mussoliniana non solo costruì una presunta sovranità stroncando le lotte operaie e colonizzando l’Africa ma che si subordinò al progetto imperiale del nazismo tedesco, che la trascinò nella guerra e nella sconfitta? Forse Grillo ignora di come la perfida Albione finanziò e appoggiò Mussolini? Forse questo politicante non sa di come gli eredi del PNF si misero a disposizione, fornendo manovalanza per le stragi i stato, delle forze più retrive e reazionarie dell’atlantismo per combattere i movimenti che dal basso insidiavano il potere in Italia? È necessario prendere coscienza del fatto che il fenomeno del grillismo, per quanto sia probabilmente un fenomeno transitorio e funzionale solo a breve termine, dato che le spinte centrifughe all’interno del movimento sono già presenti e non potranno che rafforzarsi in occasione di un’entrata in parlamento, è un fenomeno per sue natura conservatore, teso al mantenimento dello status quo o al più di un suo ritinteggio che ne salvi le strutture e le fondamenta.

 lorcon

[1] http://grillorama.beppegrillo.it/catalog/product_info.php?products_id=151

Informazioni su lorcon

Mediattivista, laureato in storia contemporanea con attitudine geek, nasce nel sabaudo capoluogo (cosa che rivendica spesso e volentieri) e vive tra Torino e la bassa emiliana. Spesso si diletta con la macchina fotografica, lavora come tecnico IT, scrive sul suo blog e su Umanità Nova.
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