Il Guardian, le scie chimiche e gli scemi

Il 17 luglio 2012 esce sul sito web del Guardian, una mappa in cui vengono illustrati i luoghi dove si sono svolti esperimenti di geoingegneria. Immediatamente l’infografica viene ripresa dai maggiori network complottardi, “Lo sai?” in testa, che la presentano come la prova dell’esistenza delle scie chimiche. Mi pare strano che un giornale che è notoriamente vicino al Partito Labourista inglese, ovvero a quelli che hanno elaborato le politiche di una delle maggiori potenze planetarie, vada a fornire le prove dell’esistenza del grande complotto, vado a guardarmi la fonte originale dell’articolo. Eccola qua. La mappa è stata elaborata dall’ETC group, ovvero un gruppo di studio sui monopoli internazionali, sulla biodiversità, sulla difficoltà d’accesso alle tecnologie da parte dei paesi poveri e sull’impatto delle nuove tecnologie sulle fasce povere e vulnerabili della popolazione. Qua si può leggere l’autodescrizione dell’ETC. Oltre alla mappa forniscono 176 pagine di tabelle in cui sono presenti i dati sui progetti monitorati. Per geoingegneria l’ETC intende le seguenti branche di ricerca e sperimentazione:

  • modificazione del clima: riduzione o aumento delle precipitazione
  • riduzione del CO2 tramite macchine depuranti
  • produzione di biochar, ovvero carbonificazione degli scarti agricoli per fissare il carbonio in aggregati solidi e bloccare la sua dispersione in atmosfera
  • cattura delle emissioni di CO2
  • rifrazione artificiale delle radiazioni solari
  • fertilizzazione dell’oceano, tramite diffusione di ferro o azoto nelle acque marine al fine di fissare in acqua il CO2
  • produzione industriale di alghe che fissino il CO2 e che possano fungere da biocarburanti

Si evince tra l’altro che gli ultimi dati certi sulla geoingegneria in italia risalgono al 2005 e dopo forse sono continuati degli esperimenti.

Le così dette scie chimiche sarebbero coinvolte solo per quello che riguarda la riduzione e l’aumento delle precipitazioni e forse per aumentare l’indice di rifrazione dell’atmosfera (ovvero diminuire l’assorbimento di fotoni e quindi il riscaldamento). Nell’infografica vi è una nota che afferma:

Importantly, many weather control project and soil initiaves using biochar are intended to be local and are not intended to manipulate the climate. However, even local techniques can be scaled up to have a ecological and economic implication for other countries.

Ovvero che molti di questi progetti di controllo climatico sono sperimentazioni locali e non hanno lo scopo di modificare il clima. Ovviamente queste tecniche locali possono essere utilizzabili su larga scala fino ad avere un’implicazione ecologica ed economica per più paesi.

Si afferma, insomma, che queste tecniche esistono e che potrebbero essere usate su larga scala ma che finora sono allo stato sperimentale su piccola scala. Ovvero l’esatto contrario di quanti sostengono la teoria cospirativa sulle scie chimiche affermando che vi è un utilizzo massivo, sia in termini spaziali che temporali, delle tecnologie di controllo del clima.

Si ipotizzi ora che i complottisti abbiano effettivamente ragione e proviamo a ragionare su cosa significhi l’implementazione su larga scala di queste tecnologie. Utilizziamo come scala di riferimento l’Italia, ovvero un’area di 301.340 km², con le aree di produzione agricola concentrate nelle parti pianeggianti (Pianura Padana, Tavoliere delle Pugle, Agro Pontino e fasce di pianura costiera lungo l’adriatico). Per indurre la siccità, come teorizzano taluni, sarebbe necessario ridurre le precipitazioni su queste aree e sulle aree montane in cui si originano i fiumi. Parliamo di decine di migliaia di km². Ipotizziamo che i tanker aerei per la diffusione delle chemtrails siano dell’ordine di qualche decina e che agiscano con una frequenza quasi giornaliera per impedire l’aggregazione di vapore acqueo in atmosfera. Ogni aereo dovrebbe avere una capacità di carico piuttosto grossa e avvalersi almeno del seguente personale di volo: un pilota, un copilota, un navigatore, uno o due responsabili tecnico-scientifici. Inoltre va calcolato il personale di terra che solo per quello coinvolto nelle operazioni di volo sarebbe: responsabili del servizio radar, tecnici delle manutenzione dei vettori, addetti al rifornimento del carburante, addetti alla sicurezza, tecnici della manutenzione degli apparati di dispersione degli aereosol, personale amministrativo. Inoltre vi sarebbe tutto l’apparato di approvvigionamento degli aerosol: impianti produttivi, con relativi lavoratori sia nella manifattura che nell’amministrativo, addetti alla sicurezza, indotto vario. Per semplificare stralciamo questo settore dicendo che il materiale viene importato.

Considerando che le operazioni di dispersione degli aerosol devono avvenire sia di giorno che di notte bisogna presuppore l’esistenza di una turnazione per personale di volo e personale di terra. Siamo nell’ordine di un paio di migliaia di persone, tramite un calcolo puramente approssimativo. Considerando che è da una decina di anni che si sente parlare di chemtrails bisogna tenere conto del turn-over, che per il personale di volo è abbastanza elevato dato il lavoro usurante. Il sistema ovviamente deve essere segreto e impermeabile. Quindi di queste migliaia di persone nessuno deve fare fuoriuscire informazioni, in modo più o meno volontario. Difficile che in dieci anni questo non avvenga. Si consideri tra l’altro l’esistenza dei responsabili politici della vicenda e dell’esistenza di un blocco di potere contrapposto a loro che gli segherebbe volentieri le gambe. Si consideri l’esistenza delle agenzie di sicurezza governative, ovvero i servizi segreti, che si infiltrano a vicenda e che controllano una parte dell’informazione. Raggiungiamo un sistema abnorme ed estremamente ramificato. E sopratutto non si capirebbe lo scopo. Il comparto agro-alimentare in Italia è uno dei settori trainanti dell’economia, circa il 15% del PIL. Questo comparto è composta da migliaia di piccoli produttori, più o meno consorziati tra di loro, e da alcuni grossi gruppi anche internazionali, Barilla, Unilever, Nestlè, Cremonini e compagnia. Questi grossi produttori acquistano materiale dai suddetti piccoli produttori per procedere alla lavorazione. Nessuno di questi avrebbe interesse ad una siccità artificiale in grado di distruggere la loro attività. E chi produce il 15% del PIL di certo non è uso a farsi calpestare come un povero idiota. E sopratutto non sono disposti a farlo i loro referenti politici.

Basterebbero queste considerazioni a smontare il mito dell’uso massiccio delle tecnologie climatiche. Inoltre si consideri il buon vecchio Rasoio di Occam, questa misconosciuta base della metodologia della ricerca, e si potrà apprezzare il fatto che vi sono tante altre teorie ben più credibili per spiegare i cambiamenti climatici. Tipo che le fluttuazioni climatiche ci sono da sempre. O tipo l’effetto serra. Ma, ops!, i complottisti nostrani, Di Luciano e “Lo Sai?” in testa, sono tra coloro che sostengono con più forza che il buco nell’ozono non esiste e che l’effetto serra è un’invenzione. Inoltre sostengono la teoria abiotica del petrolio, ovvero che il greggio non è una risorsa finita.

Ora potremmo anche divertirci a fare il giochino del complottista al contrario: chi ha interesse a sostenere che i combustibili fossili non sono responsabili di un abnorme disastro climatico? Non è che niente niente viene fuori che questi disinformatori sono al soldo di qualcuno?bMa non ho le prove e i presupposti per affermarlo e quindi lo lancio come provocazione. Ma mi è sempre piaciuto pormi la domanda “Cui prodest?”.

Il problema è che teorie come quella delle scie chimiche presuppongono l’esistenza di un sistema complicato che non tiene minimamente conto della complessità, ovvero della non linearità, del mondo. Si entra in un abisso di pensiero circolare per cui tutto va ad alimentare la propria teoria, si costruisce una visione paranoica del reale. Si aggiunga che c’è chi sostiene che il vero scopo delle scie chimiche non è tanto il controllo climatico quanto, a scelta:

  • favorire le comunicazioni militari aumentando la capacità di conduzione di segnali radio nell’atmosfera
  • sterilizzare e indebolire la popolazione

Il perchè sia necessario favorire le comunicazioni militari in Italia quando vi è già un’estesa rete di centrali di comunicazioni militari lo sanno solo le geniali menti dietro a questa teoria. Il perchè di un gruppo di potere dominante voglia ridurre la popolazione mondiale quando il nostro sistema economico si basa sull’esistenza e sulla riproduzione di un enorme bacino di poveri (manodopera e mercato potenziale) lo sanno poi sempre le geniali menti dei complottardi fissati con gli Illuminati di Baviera e i Rosacroce. Che poi potrebbero anche avere la bontà di spiegarci il motivo per cui uno dei più grossi blocchi di potere contemporanei, i neocon, che hanno avuto per dieci anni il controllo della politica statunitense, siano strenui oppositori della contraccezione e dell’aborto e abbiano stoppato i finanziamenti ai programmi internazionali per la diffusione dell’uso del preservativo.

Ma piuttosto di analizzare criticamente la realtà per costruire nuovi modelli radicalmente alternativi è più semplice raccontarsi e raccontare storie su falsi problemi e creare delle armi di distrazione di massa.

lorcon

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Informazioni su lorcon

Mediattivista, laureato in storia contemporanea con attitudine geek, nasce nel sabaudo capoluogo (cosa che rivendica spesso e volentieri) e vive tra Torino e la bassa emiliana. Spesso si diletta con la macchina fotografica, lavora come tecnico IT, scrive sul suo blog e su Umanità Nova.
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