Fotostoria dello sgombero di Libera e mobilitazioni seguenti

Lo spazio sociale Libera era una vecchia cascina occupata, a Marzaglia (Modena). Lo spazio venne occupato nel 2000 dal collettivo degli Agitati ed il comune successivamente concesse unilateralmente lo spazio, dato che non aveva proggetti sull’area.
Ma qualche anno dopo le cose cambiano: lo spazio diviene interessante. Il  progetto è quello di costruire un autodromo. I compagni che gestiscono il Libera sono, ovviamente, contrari per due motivi: il primo è che perdereberro lo spazio che gestiscono, il secondo è che l’autodromo è un opera dispendiosa (sia economicamente che ambientalmente) e fondamentalmente inutile. Libera sorgeva in piena campagna, in una zona importante dal punto di vista dell’ecosistema: la più vasta falda acquifera di Modena è lì, le casse di espansione del Secchia, con annessa riserva naturale, sorge a poca distanza.


Ma l’intero territorio emiliano è sottoposto da decenni a processi speculativi che smuovono quantità enormi di denaro. E a questi movimenti di denaro i comuni non possono rinunciare, sia per guadagno loro che per mantenere attiva la rete di clientelarismi su cui le illuminate amministrazioni di sinistra si reggono. Per avere un idea di questa rete basti pensare alle varie cooperative “rosse” di costruzione (Coopsette, CMC,  etc…) e al loro indotto. Migliaia di persone e miliardi di euro. E danni ambientali. La Pianura Padana è una delle zone più inquinate d’Europa, eppure si continuano a costruire o a progettare opere assurde come inceneritori, autodromi, strade ad alto scorrimento, centri commerciali, linee TAV(‘veleno), quartieri residenziali che sorgono in piena campagna e che invariabilmente rimangono vuoti e privi di servizi.
Tornando alla questione del Libera già dagli anni precedenti allo sgombero i compagni conducono una forte opera di mobilitazione e controinformazione sull’autodromo. Diverse manifestazioni, che convolgeranno dai militanti dei vari collettivi modenesi all’associazionismo, si svolgono, ma il comune ha già deciso.
Dalla primavera 2008 si hanno le avvisaglie di uno sgombero imminente: ingiunzione di sgombero, passaggi sempre più frequenti di auto civetta di digos e vigili, dichiarazioni stampa di assessori. L’otto agosto 2008 si procede allo sgombero. Un racconto dettagliato della giornata lo potete trovare nel report che venne prodotto da Indymedia Emilia Romagna. Qua posso solo aggiungere che se prima le forze dell’ordine mi stavano pesantemente sui coglioni, lì ho imparato ad odiarle. Capita quando tentano più volte di strapparti la macchina foto, o ti tirano una manganellata gratuita mentre sei seduto per terra. O li vedi mettere le mani addosso ad una persona che in quel momento non si può difendere.
Ad oggi il progetto dell’autodromo è fermo, probabilmente per mancanza di denari ed è sempre più forte il sospetto che la storia dell’autodromo sia stato una scusa per eliminare uno spazio sociale autogestito in un modo rapido, usando come scusa l’emergenza di dover costruire un’opera probabilmente già abortita. Dove prima sorgeva Libera con il suo piccolo frutteto e il suo orto ora sorge un area recintanta ed abbandonata.
A settembre si svolge una manifestazione per ricordare che possono sgomberare gli spazi ma non le idee. Ad aprile dopo un altra manifestazione, si occupa uno spazio, un ex caseificio abbandonato. L’occupazione è temporanea, anche perchè rendere abitabile lo spazio richiederebbe mesi e mesi di lavoro, ed il rischio di sgombero c’è. Nella prima sera, alla festa d’inaugurazione, transitano più di un migliaio di persone. La sera successiva idem. E per fortuna che ad occupare saremmo sempre i soliti quattro gatti.

Il corteo del settembre 2008. Al corteo parteciperanno poco meno di mille persone. La notizia riceverà scarsissima attenzione dei media locali, che si focalizzeranno solo su due scritte e su una bottiglia lanciata all’indirizzo della polizia.

Altra immagine del corteo del settembre 2008, questa foto verrà poi usata per il manifesto del corteo per l’autogestione del 31 dicembre 2009.

Nella prima immagine il Libera poche sere prima dello sgombero. Nelle successive varie foto dello sgombero. Durante questo i poliziotti si accaniranno spesso contro chi faceva fotografie, anche contro i fotoreporter dei giornali e delle tv locali (che si incazzeranno non poco). I poliziotti della terza foto non stanno giocando, stanno smontando una barricata. Nell’ultima foto i risultati del restauro della legalità.

Lavori di pulizia all’Ex Caseificio.

Informazioni su lorcon

Mediattivista, laureato in storia contemporanea con attitudine geek, nasce nel sabaudo capoluogo (cosa che rivendica spesso e volentieri) e vive tra Torino e la bassa emiliana. Spesso si diletta con la macchina fotografica, lavora come tecnico IT, scrive sul suo blog e su Umanità Nova.
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